mercoledì 9 settembre 2009

Glenrowan e Bendigo

Abbiamo aggiornato il 16+17 giorno, quello che è stato perso nell'oblio dell'internet.
Enjoy!


PS: dopo un mese, ci si rende ancora più conto della meraviglia che abbiamo vissuto.. Sig, sob.

sabato 22 agosto 2009

Il 32° giorno: Singapore - Abu Dhabi - Milano

18 agosto 2009
NOTE DI ELENA: Avendo uno stop di 9 ore ad Abu Dhabi, decidiamo di passarlo alla lounge dell'aeroporto. 6 ore in due persone = 55 euro. Buffet e open bar. Stica. Dormiamo su divani, accampati come beduini nel deserto, con l'ario condizionata a 18 gradi, imbacuccati in varie coperte probabilmente piene di germi altrui. Però almeno dormiamo un po', tranquilli. E poi facciamo una colazione abbondante, per ripagarci di questa spesa imprevista.

Comunque, trovarsi una festa a sorpresa in giardino, con gli amici e i parenti stretti, e tanta birra, e risotto col tastasal.. non ha prezzo!


Questa è casa:

Un tramonto italiano:

Home sweet Home:

martedì 18 agosto 2009

Il 31° giorno: Brisbane - Singapore

17 agosto 2009

NOTE DI ELENA: Salutiamo i nostri carissimi amici, e dopo la colazione partiamo per l'aeroporto. Il check in è lentissimo, controllano accuratamente anche il peso dei bagagli a mano. Al duty free facciamo spesa di alcolici e sigarette per la mamma, e c'è in promozione un Nokia a 50 box. Ebbiba!!! Quindi ecco il telefono nuovo. Quando arriviamo in cassa però, non so perchè, non lo battono... Forse era in promozione con 50 dolla di spesa!!! Ok, è un telefono di merda con i pixel grandi quanto lo schermo, ma è aggratis!!!

In volo verso Singapore, mi sparo The boat that rocked (figata) e Colpo d'occhio (chemmerda!!!). Bambino insopportabile che piange per il 90% del volo. Maremma imputridita.

Il 30° giorno: Brisbane

16 agosto 2009
Ben e Delyse!!!Manu e l'emu (mezzogiorno di fuoco):
Un wombat che dorme beato XD :
Passeggiata mattutina a Brisbane:


NOTE DI ELENA: Iniziamo la giornata presto, con una passeggiata di quasi un'ora lungo il Brisbane River. Il tempo è splendido, la passeggiata è deliziosa. Torniamo e Ben ci prepara uova e pancetta... YAHOO!!! Quinddi ci dirigiamo al Lone Pine Koala Sanctuary, dove finalmente vediamo dei wombat... Uno dorme in maniera davvero assurda!!! CI sono una marea di koala, di cui la metà sveglissimi. Li vediamo mangiare, correre, scalare, arrampicarsi. Ce ne sono un paio con i cuccioli, vediamo una zampina uscire sonnacchiosa dal marsupio della mamma. Poi emu, casovari, dingo, canguri, wallaby, diavoletti della Tasmania, pappagalli e uccelli vari, animali della fattoria. Vediamo anche all'opera dei cani pastore, che raggruppano le pecorelle a piacimento del padrone. Giretto in un centro commerciale per prendere qualche ultimo regalo, e quindi ci facciamo lasciare in centro per fare un giretto da soli. Brisbane assomiglia davvero a Sydney proprio per il fatto che è totalmente a misura d'uomo.
Ultima cena in un pub, dove il Manu si spara l'ultima bistecca gigante. Alle 9 siamo di nuovo a casa, stasera non si fa tardi! XD
Un po' di tristezza è d'obbligo, ma "home sweet home". Arriviamo!!!!

Il 29° giorno: Brisbane

15 agosto 2009
Manu dopo la corsa con Delyse:


Fuori da casa di Ben e Del:
Evermore:

NOTE DI MANUELE: Ieri sera dopo un paio di vini rossi di quelli buoni, preso dall'entusiasmo, ho detto a Delyse: "Hey vengo a correre con te domani mattina". Pieno di buonissimo propositi, con un mese di vacanza che ha notevolmente appesantito il mio fisico, eccomi pronto alle otto di mattina per una mezz'ora di corsa con la nostra amica.
Cominciamo e subito scopro che in realtà lei si sta allenando per una maratona di 21 km, che va a correre per un 5-6 o 10 km TUTTE le mattine. Tengo bene i primi 5 minuti. Poi gli organi interni cominciano a farmi male, le gambe le sento di legno, macchè legno, sono di acciaio, pesantissimi. Provo a farla chiacchierare un po' per rallentare la sua andatura da maratoneta. Niente da fare, lei parla e corre, e corre, e corre, e corre. Andiamo su e giù per Brisbane e comincio a perdere la vista e la capacità di ragionare. Dopo 6 km rientriamo alla sua casa. Lei tranquilla, appena sudata, freschetta. Io, un cadavere puzzolente indietro una 20ina di metri, arrancante e con le pulsazioni a 2000. Ho perso il colore rosso della faccia solo dopo 3 ore. Tra le varie cose fatte in questa vacanza, questa è stata la più pericolosa.
NOTE DI ELENA: Avete presente il paese dei balocchi? Ecco, noi ci siamo stati. EKKA. E' un misto fra una sagra, una fiera e un mercato. Grande come l'intera Villafranca. Un intero padiglione per mucche e pecore, un altro per pappagalli, piccioni, galli e galline, uno per cavalli e cani+gatti, un'intera area per il cibo, un'altra con il luna park, un padiglione gigante per le showbag (Chiari!!! Ci andresti pazza!!! Praticamente per una manciata di dolla ti danno un sacchetto con dentro un sacco di caramelle, o gadget, o entrambi, Hello Kitty, Spongebob, etc etc etc.. Noi eravamo a secco di contanti... :/ ). Insomma, il paradiso. Vediamo anche una sfilata di moda, e i risultati di una gara di tipo.. mmm.. cioè.... c'era quella di fotografia, quella dei dipinti, quella delle torte, quella delle torte matrimoniali, dei maglioni di lana, dei piatti decorati, etc etc etc. Alcune cose davvero oscene, altre bellissime. Abbiamo mangiato una pizza, dopo un assaggio di vino, e abbiamo scoperto -ma perchè nessuno ce l'ha mai detto?!?!?!?- che la pizza con i PEPPERONI è con il salamino piccante!!! Cioè, pepperoni=salamino piccante. I veri peperoni li chiamano in un altro modo. Ora la mia vita non è più la stessa..
Torniamo a casina, Ben va a giocare a calcio e noi ci concediamo un po' di relax. Ah, le cose non sono venute del tutto pulite dal vino rosso. Dio benedica la Coloreria. Avremo un sacco di nuove magliette nere a breve.
Comunque, la sera torniamo di nuovo a questa EKKA, per vedere il gruppo nuovozelandeseemo EVERMORE.
NOTE MANUELE: Ci godiamo questo concerto su delle piccole tribune. Loro sono dei ragazzi gggiovani, con delle quindicenni che stridono sotto il palco. Bravi, un po' Emo, ma non troppo, un po' Alternative Rock, alcuni passaggi mi hanno ricordato i Muse, altri i Porcupine Tree. Il cantante è però troppo biondo.
Per bere una birra in questo posto devi entrare in una zona chiusa e finchè non la finisci devi rimanere segregato in questa gabbia. Ben mi dice che qui la gente se beve è per ubriacarsi, non per il piacere del gotto. Mah.
Dopo il concerto rientriamo un po' nel loro flat a ciacolare delle differenze tra Loro e Noi. Ha.
Comunque ho ancora le gambe distrutte da stamattina.

CONSIDERAZIONI DI ELENA:
- Con quasti ginz skinny gli uomini sembrano proprio Robin Hood eh. Che si rendano conto di essere in calzamaglia?

sabato 15 agosto 2009

Il 28° giorno: Fraser Island, Brisbane

14 agosto 2009
4x4 in spiaggia foresta pluviale
lake wabby


dingo

NOTE DI ELENA: Ritrovo alle 730, veloce colazione e via all'avventura! Cominciamo con un bel po' di spiagge, e arriviamo al relitto della Moheno, una nave affondata dopo un ciclone e bla bla bla. Ora è un ammasso di ferrovecchio, popolato di granchi, un simpatico souvenier insomma. Dopo questo, ci aspetta una camminata verso l'entroterra di circa 45 minuti, ed eccoci al lago Wabby, circondato ovunque da foresta eccetto un lato, dove dune di sabbia chiarissima discendono ad esso. L'acqua diventa profonda nel giro di pochissimi metri, ma non basta... Infatti solo lo scorso anno qui si sono rotti il collo ben tre persone, tuffandosi dalla riva. Idioti. Incrociamo una goanna (iguanozza), lunga quasi un metro, e nel lago troviamo nuotare indisturbati un sacco di pesci gatto, e anche quei pesciolini che ti mangiano la pelle morta dei piedi. Da me non sono venuti, e la cosa mi da da pensare...
Torniamo, veloce pranzo in riva alla spiaggia, mentre il nostro rasta-man si fa un'onda di surf, e via di nuovo. E qui, che sorpresa!!! Mentre stiamo viaggiando lungo la spiaggia, troviamo una dingo sdraiata sul bagnasciuga, che si prende tranquilla le ondate.... Probabilmente aveva caldo, ma è stato uno spettacolo incredibile. Quindi ha girato intorno alla nostra macchina, probabilmente si aspettava del cibo (multe salatissime se lo si fa!!) e quindi se nè andata, con una corsa tranquilla che mi ha lasciato un non so che di selvaggio e di libertà. Comunque no, non ci siamo messi spalla a spalla e non abbiamo chiamato aiuto.
Attraversiamo l'isola per dirigerci al nostro traghetto, e voilà, no che vicinissimo alla spiaggia sta nuotando un gruppo di delfini?!?
Torniamo a Rainbow Beach, il tempo di un caffè, e poi si rotta verso Brisbane. Non contenta della giornata, avvisto anche un Kookaburra. Lè.
Brisbane è una città gigante, quasi 2 milioni di abitanti, e un migliaio che vi si traferiscono OGNI SETTIMANA. Alla faccia. D'altra parte, il clima qui (che è inverno) è fantastico.
Salutiamo il nostro rasta-man, mentre i coreani stanno ancora facendo foto O_O, e ci dirigiamo all'uscita, dove dopo poco arrivano Delyse e Ben!! Ci portano subito a casa loro (quella in affitto, tra poco si trasferiranno in una nuova casa tutta loro a mezz'oretta dal centro). La casa è davvero bella, colorata e arredata con gusto. E qui parte la cosa strana, cioè, non so dire se è strana, ma se stai con due persone di cui una non la vedi da anni e l'altro nemmeno conosci, ti aspetti dei momenti di silenzio o di imbarazzo. Invece niente, è stato tutto un chiacchiericcio da quando siamo arrivati a quando siamo andati a nanna (FINALMENTE ABBIAMO FATTO TARDI -per gli standard australiani, inteso). Delyse è farmacista, mentre Ben è un ricercatore per il cancro -mica cazzi!!!- Devo dire che lui sembra un persona splendida. Sarà che è neozelandese, e abbiamo questo nuovo amore per questa magnifica terra! Tra l'altro ha un sacco di bei cd e apre birra e vino a più non posso. Yeah! Ci portano a mangiare in un ristorante qui vicino, un ristorante tipo giappo-fusion, dove mangiamo benissimo. Finiamo la serata a casa, e Manu e Delyse si mettono d'accordo per andare a correre la mattina dopo. Argh!!! Io dormo, ovvio.
MANUELE: E oggi abbandoniamo l'Australia selvaggia, quella con i cieli immensi, con le grandi distanze, con gli animali strani.. mancano due giorni alla fine del viaggio. E' vero, siamo fisicamente anche stanchi, un mese cosi' e' bellissimo ma anche faticoso. Ma le considerazioni nei prossimi giorni! Ora ci godiamo Brisbane e l'ospitalita' dei nostri amici australiani!!

Il 27° giorno: Noosa Head - Fraser Island

13 agosto 2009
Fuoristrada: Lake Mckanzie:









Tramonto su Fraser Island:










NOTE DI MANUELE: E ora finalmente serviti e riveriti!! Due giorni di tour a Frasen Island. Piccola anticipazione: quest'isola a nord di Brisbane è la più grande isola di sabbia del mondo. Lunga 128 km e larga una 40ina. Un posto un po' difficile da raggiungere se non attraverso un tour organizzato. Rimanete con noi e vi spiegheremo il perchè!
Aspettiamo il pulmino che ci deve portare in giro e invece arriva un tipo con dei dred giganti. Carica le valigie su un fuoristrada/furgone e partiamo per l'avventura. Assieme a noi, seduti dietro nel vano furgone ci sono due inglesi, una francese, tre coreani e due singaporiani. Noi ci sediamo davanti con il butel che ci farà da guida in questi due giorni.
Si parte! Prima di arrivare all'isola c'è un tratto di spiaggia da percorrere con il 4x4 sulla sabbia. Beh, spettacolare. 40 (quaranta!!) km ad evitare le onde e a sfrecciare sul bagnasciuga ai 90 all'ora. Ci siamo fermati solo un attimo per vedere delle rocce rosse, una specie di piccolo canyon. Dopo il tratto di spiaggia ecco che con il nostro fuoristrada ci fiondiamo nella foresta pluviale. Il percorso è spettacolare e i butei sono tutti simpatici. Il nostro rasta-man ci spiega un sacco di cose mentre fa i numeri per non affondare con la Jeep. Mi ha dato la stessa sensazione del viaggiare in macchina sulla neve fresca. Pausa pranzo a Rainbow Beach. Posto per surfisti eh!
Arriviamo poi al traghetto che ci porta a Frasen Island. Qui altri 40 km di spiaggia. La spiaggia di quest'isola è lunga più di 120 km... non si riesce nemmeno ad immaginarlo. Il mare è bellissimo e ci sono delle onde fantastiche. C'è solo un piccolo problema: gli squali. Qui niente bagno signori.
Ma il bello di questo posto è che nell'entroterra ci sono più di 60 laghetti in cui si può fare il bagno. Sono laghi di acqua piovana, quindi non salata, popolati da tartarughe d'acqua dolce. Ci fermiamo al Lake McKanzie, uno dei più grossi. Qui la spiaggia è bianchissime e l'acqua è assolutamente trasparente. Nonostante sia abbastanza fredda non si poteva non nuotarci dentro. Signori, questo è il paradiso!
Ripartiamo per una passeggiata nella foresta pluviale, con la nostra guida che ci spiega il perchè e il percome delle piante e degli animali.
Rientriamo prima del tramonto al resort sulla spiaggia. Il tour prevedeva o l'alloggio in camping (più economico) e quello appunto nel resort. Abbiamo scelto l'ultimo e si, ne siamo contenti. Anche perchè fuori tira un vento mica da scherzi!
Dopo una passeggiata in spiaggia (con colori bellissimi eh) e una doccia andiamo all'unico ristorante del posto. E' una specie di mensa e quindi mangiamo un po' così così a buffet (e mi è terribilmente tornata alla mente la mensa Mondadori..).
Qui la serata decisamente non offre molte possibilità anche se dai cori che arrivano dal Beach Bar sembra che i ragazzi inglesi si stiano divertendo parecchio.

CONSIDERAZIONI DI MANUELE
- Ho visto un sacco di spiagge incontaminate. E per incontaminate dico incontaminate. E nessuna col classico chioschetto delle birre o dei gelati all'italiana. Quasi quasi torno qui e apro una catena di chioschi. Mi pare indispensabile per l'economia dell'Australia.
- Nella foresta abbiamo visto diverse tane di un ragnetto che vive solo qui a Frasen Island. Questa bestiolina ha la simpatica caratteristica di avere una puntura che ti uccide in dieci minuti. Secco. Arresto cardiaco. Per fortuna sono animali notturni e a meno di passeggiare nella giungla di notte o di infilare un ditino nella tana puoi andare tranquillo.
- L'isola è popolata da branchi di Dingo e ci sono un sacco di segnalazioni di pericolo. Un segnale dice che se si trovano dei dingo bisogna mettersi spalla contro spalla con qualcun altro e chiamare aiuto. Wow. Comunque fino ad ora non ne abbiamo visti di questi bei cagnetti. Se ne troviamo uno lo portiamo a Medea che ci gioca un po' insieme.

Il 26° giorno: Cairns - Brisbane - Noosa Head

12 agosto 2009
Noosa Head: Elena dopo il disastro del vino rosso:


NOTE DI ELENA: L'Ipod, nostra sveglia di sicurezza, ci fa scattare per partire in taxi alla volta dell'aeroporto di Cairns. Pronti via, in un nanosecondo ci prepariamo, chiudiamo le valigie e partiamo. Peccato che l'Ipod si sia configurato con l'ora italiana lasciata sul Macbook, quindi non erano in effetti le 4.30, ma l'1. Ecco perchè ci sembrava di essere appena andati a letto. Controlliamo ansiosi l'effettivo errore del nostro piccolo marchingegno, e ce ne torniamo a nanna. Ma ormai l'ansia m'è presa stretta stratta al cuore, e mi sveglio di soprassalto con il fiato corto e il terrore di aver perso taxi e aereo. Poco dopo suona la vera sveglia, e tutto fila liscio. Peccato che appena arrivati a Brisbane, recuperando il bagaglio ci accorgiamo che tutto il buon vino ROSSO regalatoci da Sara è stato assorbito dai nostri vestiti. Maremma putrescente..... Però in quattro e quattr'otto abbiamo prenotato treno + bus per andare a Noosa. Evviva!
CVD: arriviamo stremati, dopo cambi e ore di attesa, alle 1530 a Noosa Head. Arriviamo al Noosa Village Motel e troviamo subito una stanza. Con balcone 132 dolla, senza 125. Chiediamo senza, ma il vecchio fa finta di nulla e ce la becchiamo con. Posticino carino e senza pretese, ma oltre ad essere in centro non ha altri vantaggi: nè Wi-Fi nè, soprattutto, lavanderia. La prima pubblica è a 10 min di macchina da qui. Ce ne andiamo abbattuti in giro per la via principale in cerca del nostro tour per i prossimi due giorni. Frasen Island!!! Almeno questo va bene: trovato in un attimo, partiamo domani alle 9 da qui, e torniamo poi diretti a Brisbane venerdì sera. Abbiamo chiesto una camera doppia, avevamo le idee un po' confuse, magari era meglio, oltre che più economico, stare in tenda. Ma qui c'è abbastanza freschetto, quindi vabbè, siamo in viaggio di nozze! Eravamo inizialmente indecisi se stare solo un giorno a Frasen Island e il giorno dopo visitare il gigantesco Australian Zoo (quello di Steve Irwin!), ma insomma, siamo sempre di corsa, un po' di mare e relax ci sta. Il Manu e il suo wombat s'inculano! :D
Comunque, per chiudere il cerchio della disavventura vino rosso, abbiamo trovato uno smacchiatore che da la possibilità di lavare la roba entro i 7 giorni successivi alla macchia. Quindi ho passato un buon 45 minuti a spamarlo sulle varie macchie. Il danno riguarda anche il centrino regalatoci da Marjori, ma soprattutto la sciarpina che dovrei regalare alla Delyse!!! :( Ha due piccole macchiette... Sig!
Sera tranquilla in questa cittadina di mare d'inverno, cena buonissima al Le Monde.

CONSIDERAZIONI DI MANUELE: Elena ha liquidato in dure righe il vero e proprio inferno che è stato il viaggio dall'aeroporto di Brisbane a Noosa Head. 2 cambi di treno, 2 cambi di autobus, tutto con le valigie. Con lunghi tempi di attesa in posti malfamati tra un mezzo e l'altro. Con l'autobus che si fermava ad ogni pisciata di cane sulla Sunshine Coast- In tutto dalle 5 della mattina siamo arrivati alle 15,30. Attenzione, sono 10 ore e mezza. Maledetta l'Australia e le sue distanze.

mercoledì 12 agosto 2009

Il 25° giorno: CAIRNS (GREAT BARRIER REEF)

11 agosto 2009
Elena su nave:









NOTE DI MANUELE: Ma pensa un po'. La sveglia stamattina è alle 6.30. Quando torno devo mettermi in letargo una settimana intera per riprendermi! Il tutto per la nostra escursione sulla barriera corallina.

Dopo il check in saliamo su questa bella barca che veloce veloce si allontana dal porto di Cairns e nel giro di un paio d'ore si piazza al largo vicino alla grande barriera corallina. Lascio a Elena che lei se ne intende di più di ste cose di mare!

NOTE DI ELENA: Io io io pessssssiolina!!!! Comincio col dire che fare queste cose senza il mio papà è un po' una rottura di cazzo, perchè devo spulciarmi tutta l'enciclopedia marina per capire che pesci abbiamo visto. Comunque, appena in acqua, con le nostre mute sexy, becchiamo una razza (non le chiamano così qui.. comunque sono quelle romboidali senza ali..), dopo 5 minuti, io e il Manu, soli soletti nell'oceano, veniamo sorpresi da uno squaletto, che pinna via veloce. Attimo d'eccitazione, e poi di nuovo a scoprire i colori di questa foresta sottomarina. Devo dire che confronto a quando ero venuta dieci anni fa l'ho goduto mille volte meglio, sarà che sto giro il tempo è decente e soprattutto non ho sboccato in mare! I colori del corallo sono incredibili. Azzurro, verde, rosa. I pesci hanno i colori più fluorescenti mai visti, ma si sa che quelli più buoni sono anche quelli più anonimi, a cui va tutta la mia simpatia. Ma torniamo a noi. Dopo poco, un ragazzo della crew che visionava dall'alto i subaquei ci chiama e ci fa vedere una tartaruga!! Checcarina!!!! Torniamo in barca, e infreddoliti ci dirigiamo verso l'atro sito. Quando arriviamo, ci fanno prima mangiare. Quindi ci rituffiamo buffando e temendo una congestione, visto la tutina ghiacciata che infiliamo. Qui vediamo qualche pesce pagliaccio, sempre i soliti pesci pappagallo che fanno di quelle cacche in mare che non avete idea, e poi quel pesce.. mmm.. avete presente quello di Nemo che è nell'acquario, quello sfigurato che sembra un pirata? Ecco, lui. E poi ho l'impressione che quello che vediamo prima di salire sia un piccolo pesce Napoleone (possibile solo 1 mt, 1 mt e 20?). Ritorniamo in barca, e qui faccio un piccolo appunto sui tatuaggi assurdi che si fa la gente... Cioè, cose che personalmente ti rovinano per sempre eh! E poi c'è sto gruppo di donne, che l'acidità galleggia nell'aria e ti spettina. Ovviamente aggiungo del mio, così per sport. Arriviamo all'ultimo sito, e qui vediamo un'altra tartaruga. e tanti pescetti belli, qualcuno di quelli luuunghi luuuunghi, un paio di unicorni, ma Manu ha il mal di mare. Quindi riporto il maritino in barca e mi avvio sola soletta nel grande oceano. E qui vedo un pesce stranissimo!! Appunto l'immagine, e appena salita controllo. E' un pesce porcospino, ne sono sicurissima!! Ma il diver mi dice che probabilmente era un box fish (pesce scatola?), ma io rimango della mia idea.

Stanchi, torniamo a bordo, nel frattempo s'è abbruttito il cielo, e appena messo piede a terra il mondo continua a ballare.

La sera ci spariamo io un hamburgher che, a parte essere divino, era grande quanto la mia testa, mentre Manu un fritto misto da competizione. Il Manu ha mangiato anche metà del mio panino, fortuna che poi la cameriera-barbie gli ha portato via il piatto, o si seccava anche tutte le patatine.

Prima di rientrare acquazzone di 10 secondi e.. tutto finito. Mah.


CONSIDERAZIONI DI MANUELE:

- Non ho sboccato, e questo è un grande risultato. Anzi, addirittura non ho nemmeno avuto la nausea in barca, mi è venuta facendo snorkeling!!!! c'erano le onde e e e e .... comunque mi ritengo un uomo di terra. Il mare lo lascio ai marinai e ai pesci. Ora, mentre sto scrivendo sulla poltrona del mio Costa Blanca Motel il tappeto verde mi fa le onde.

- Oggi il reportage fotografico è molto molto scarso, non ci siamo fidati ad immergere la nostra Kodak nell'acqua salata. Le immagini dei pessssi rimarranno solo nei nostri cuori.


CONSIDERAZIONI DI ELENA:

- Qui le ragazze hanno di quelle tette immense!!!!!






Il 24° giorno: Cape Tribulation - Cairns

10 agosto 2009





NOTE DI ELENA: C'è al mondo qualcosa di più bello di Cape Tribulation? Probabilmente sì, ma quello è il primo pensiero che balza in mente vedendola. Ma partiamo dall'inizio. Colazione in compagnia con gli altri ospiti della fattoria, a suon di frutta esotica mai vista. Salutiamo con un po' di nostalgia, e torniamo a Cape Tribulation, dall'altro lato sto giro, e ci spariamo un altro bel giretto in spiaggia. Poi ci avviamo verso Cow Bay, altro giretto in spiaggia, dove lasciamo un pezzettino di cuore, e ci dirigiamo sprezzanti della nostra turisticità verso Port Douglas, destinazione: The Rainforest Habitat. Il santuario è diviso in tre parti: wetlands, rainforest e grassland. Vabbè sungo, abbiamo visto, tra i più simpa: casuario, vari pappagalli, koala (ehy, dormono circa 18-20 ore al giorno!!!!), wallaby e canguri. E ci abbiamo dato le pappe!!! Checcariniiiiiiii!!!!! -Marzio non preoccuparti, ti portiamo lo stesso la carne di canguro da assaggiare-

Però non c'era il wombat, quindi Manu continua a spaccare le palle. Però bell'esperienza, anche perchè qui si occupano di recupero di animali infortunati, orfani o malati.

NOTE DI MANUELE: Torniamo verso Cairns, restituiamo la nostra ultima macchina, ci dispiace un po' le vacanze on the road che erano molto molto belle, avevi la libertà di fermarti e di andare quando volevi. Insomma è finito un altro pezzo di honey moon.

Dopo il cià cià alla macchina andiamo al nostro Costa Blanca Motel, prenotato il giorno prima. Praticamente è un appartamento molto spazioso, con quel "non so che" di trasandato che ti dà da pensare. Il proprietario sembra proprio un Portoricano e anche i nostri vicini hanno di quelle ghigne! Quindi la mia associazione Cairns-Miami è ancora più evidente. Si, effettivamente ci sono un paio di km lungo mare da camminare per arrivare in centro ma abbiamo le gambe buone.

Arriviamo in centro a Cairns. La vita qui si sviluppa attorno all'Esplanade (lungomare) con un sacco di ristoranti e negozietti. Ed è proprio il mercatino che ancora una volta ci frega. Dopo la cena al Ruttle&Hum (sto giro mi sparo la bisteccazza australiana) spendiamo una mostruosità in regalini e stronzate. E fanculo, siamo in viaggio di nozze!!

Cairns è proprio una bella città. Molto turistica ma piena di ggggiovani e di colori.


CONSIDERAZIONI DI MANUELE

- I Black Necked Stork (sono tipo aironi però più eleganti e più colorati) sono veramente regali! Nel senso che non te li tirano dietro ma sono i padroni della zona uccelli del santuario, senza dubbio. Non li ho assaggiati però! Ehy se qualcuno mi paga le ferie a vita posso assaggiare tutti gli animali del mondo, come quello di Sky!

- Le anatre sono delle maleducate. Non hanno, come si dice dalle mie parti, nessuna creanza nel raccogliere il mangime dalle mani degli innocenti turisti. Ah, anche i cigni neri dovrebbero essere più gentili.

- I canguri non sono altro che dei topi giganti.

- Le spiagge bellissime sono bellissime ma sarebberò PIU' bellissime se si potesse fare il bagno tranquillamente senza paura delle meduse che ti uccidono, dei coccodrilli che ti amputano e della maree che ti bagnano i cellulari.

- No, non mi casa, grazie. Sto abbastanza bene.

martedì 11 agosto 2009

Il 23° giorno: CAIRNS - CAPE TRIBULATION

09 agosto 2009
Spiaggia di Cape Tribulation:


Il viale d'ingresso dell'alloggio:

NOTE DI MANUELE: Altra notte d'inferno al Melaleuca. Abbiamo spento l'aria condizionata è siamo morti nel caldo. Poi il solito casino di porte che sbattono e butei che urlano. E in più la paura che non suoni l'unica sveglia a disposizione (dato che il telefono di Elena è completamente andato).

Comunque alle 3 (le tre!!) rieccoci in piedi per andare all'aeroporto. Volo Jetstar praticamente in coma e alle otto eccoci atterrare a Cairns.

Cairns è un cittadina che mi ricorda molto Miami (anche se non ci sono mai stato).. però mi sembra di essere sul set di Dexter o di Miami Vice. Qui non abbiamo prenotato nulla, abbiamo organizzato perfettamente la prima parte del viaggio, quest'ultima è un po' così, sul troviamo quello che troviamo. E infatti in aeroporto non troviamo la macchina.


NOTE DI ELENA: Senza paura, prendiamo il bus e andiamo in città. Ci parcheggiano all'ufficio informazioni, dove un simpatico vecchietto volontario ci prenota la gita alla barriera corallina di martedì e ci da un po' di dritte. Andiamo a piedi (io, Manu, due valigione e un trolley) a cercare una macchina a noleggio. La strada percorsa mi da ragione mille volte sul bagaglio leggero che fu. Al 4 noleggio finalmente prendiamo una Getz (vanno un sacco quest'anno) con cambio manuale.. Paura. Super grattate appena partiti, ma poi con calma ci riabituiamo alla guida. Sosta a Port Douglas, dove troviamo un mercatino domenicale di mezzi hippies (essì Agne! :D ). E come al solito, ci incula sempre. Sprerperiamo un bel po', e poi pranziamo. E via di nuovo verso la nostra destinazione, Cape Tribulation. Corriamo ai mille all'ora, perchè una bimba fa i capricci che vuole vedere la Bat House, un santuario di pipistrelli gestito da volontari che chiude però alle 3.30 del pomeriggio. Non ce la facciamo per dieci minuti, maremma maiala. Quindi cerchiamo alloggio, e al primo colpo troviamo. Cape Trib Farmstay, una fattoria di frutta esotica gestita da dei signori ecologici. Il vecchietto ci fa vedere, con gli occhi che brillano, l'unica stanza disponibile. Elogi su elogi, ed ecco a voi... La stanza-tenda!!!!! Mezzo infarto per le passate esperienze, ma come dire no a questo amabile signore?!?! Quindi, attenzione, la prendiamo. Lasciamo i bagagli (qui non esiste la chiave), tiriamo due tende per la privacy, e ci avviamo per esplorare la mitica spiaggia di Cape Tribulation. Facciamo il giro lungo con passeggiata in mezzo alla foresta, dove scopriamo delle simpatiche similgalline che raspano nel terreno, ma dei mitici casovari nemmeno l'ombra. E infine, eccola, la spiaggia. Ooooh, è bella, bellissima, anche se ormai il sole se nè andato da qui, e c'è pieno di palline di sabbia lasciate dai granchi, e.. oooh, com'è bella....

Torniamo nella nostra fattoria, dove un cane di non so che razza australiana, decisamente sovrappeso, si mette a pancia in su in posa statica per lasciarsi accarezzare. Qui c'è pieno di gente di mezza età avanzata, e sono tutti così tranquilli e pacifici. D'altra parte, sono anche loro in ferie. Nanne, che la giornata è stata lunga, e poi partiamo con una pilozza gentilmente offerta dai nostri ospiti per la cena al Whet. Ma ora vi ripasso Manu, e sarà lui a raccontarvi con gli occhi della prima volta lo spettacolo a cui abbiamo assistito. Io ho solo una parola: senza fiato.

RIPRESA DI MANUELE: Eh sì, un cielo così non l'ho mai visto. Mentre percorriamo la strada dal B&B al ristorante (saranno 500 metri) siamo sempre con gli occhi rivolti all'alto.. Anche perchè dal buio della foresta arrivano dei versi di chissà quali mostri ancestrali. Se non avete mai visto a via lattea, è inutile che stia qui a descriverla, perchè è indescrivibile.

Arriviamo al Whet, sperduto nella giungla questo ristorante si rivela veramente fantastico! Nella top 3 dei ristoranti della vacanza. Siamo in veranda, stelle e foresta di fronte, lampade con fuoco, camerieri simpatici. Io mi sparo un filetto di canguro con lenticchie che me lo ricorderò tutta la vita. Elena opta per il barramundi..

Rientriamo al bungalow con un po' di apprensione per la passeggiata nella notte della foresta. Arriviamo vivi e pronti per la notte. Fantastico!! Da dentro la tenda, attraverso la trasparenza della rete/parete si vede la giungla. E si sentono tutti i suoi rumori. Solo all'alba veniamo svegliati da delle galline australiane che raspano e fanno casino.. ma riprendiamo a dormire (e che dormita). Potrebbe collocarsi tra le 3 migliori dormite della vacanza.


CONSIDERAZIONI DI MANUELE

- A volte casa mi manca un po' anche se non è che sono stufo di essere qui. Quando ci penso però mi chiedo: "chissà cosa stanno facendo i miei amici, i miei genitori..". Poi quando lo penso in Italia è notte e la risposta che mi do è "beh, non stanno facendo niente, stanno dormendo".. così mi passa la voglia di tornare a casa. :p

- Questi viaggi aerei con sveglia alle 3/4 di mattina mi stanno distruggendo, non ho più il fisico oppure semplicemente sono un po' pesanti?

- Maremma maiala bufala. Ho messo il rullino per le foto panoramiche sulla Diana e ho fatto tutto il rullino accorgendomi dopo che dovevo girare una levetta.. Fanculo


CONSIDERAZIONI DI ELENA

- Quando torno chiamo quella che ci ha prenotato i voli interni e la faccio licenziare, caaaazzo!!!

- La Lomo ubbidisce solo alla sua padrona. Tsè.

Il 22° giorno: KAKADU NATIONAL PARK - DARWIN

08 agosto 2009La spiaggia di Darwin:

NOTE DI MANUELE: Questa volta i tappi per le orecchie ci hanno salvato. Non abbiamo sentito nessun dingo, nessun uccellaccio o bestia strana. C'erano, sicuamente c'erano.
Ci svegliamo con calma e facciamo colazione alla Bakery di Jabiru e pronti via ad uscire dal Kakadu. Decidiamo prima di fare un salto al Tourist Information Centre. Si, lo so, di solito ci si va prima a prendere informazioni e non alla fine del giro al Kakadu. Ma noi siamo fatti un po' così. Però scopriamo delle cose molto interessanti. Al negozio di souvenir, tra le cartoline, ho visto il ragno più grosso della mia vita, verde e peloso. Non ho comprato cartoline.
La highway di ritorno verso Darwin scorre veloce tra una carcassa di Wallaby e uno stormo di falchi che addentano un Opossum.
Arriviamo a Darwin in tranquillità per un pic-nic nel parco di fronte al mare, circondati da allegri uccellini.
Ci viene riassegnata una stanza al Melaleuca, si, l'ostello dove la gente fa casino fino alle 5 di mattina, siamo delle persone dure di comprendonio, ne avremo la conferma in nottata.
Ci serve un'altra valigia (...) quindi facciamo una passeggiata a favore dello shopping. Veniamo investiti da una febbre mai vista, e svaligiamo mezza Darwin, per poi ficcare tutto nella nuova fiammante valigiona espandibile del 30%.
E ora finalmente il mare il mare!!!! Andiamo alla spiaggia di Mindil appena fuori città. La spiaggia è immensa e praticamente vuota. Il mare scende lento lento e dopo un paio di chilometri non abbiamo nemmeno la pancia completamente immersa. Rientriamo ed ecco la brutta sopresa. Cioè la marea ci ha sorpresi: mentre noi cazzeggiavamo nell'acqua il mare si è impossessato del nostro zaino bagnando tutto. In ordine sono andati a puttane: cellulare Elena, lettore mp3 Elena, 2 libri + guida. Per fortuna si sono salvati i nostri documenti, la macchina fotografica, il mio Ipod e il mio cellulare.
Ce ne andiamo da questo mare cattivo e andiamo in un posto molto frequentato dai ragazzi di Darwin: il lake Alexandra. Questo laghetto di acqua salata è immerso in un parco verde attaccato al mare. Qui mi viene un incredibile voglia di nuotare, così finchè Elena si rilassa nel prato io mi distruggo di attività fisica.
Rientriamo in centro città e cerchiamo connessioni Internet almeno per chiamare casa. Sembra che sto posto sia isolato dal mondo.
Per cena capitiamo casualmente davanti al Nirvana (diciamo che ho interpretato male la cartina), ma ci accoglie un super posto: cucina Indi/Thai/Malese e posto veramente originale, con tutte stanzette diverse e musica dal vivo. Un paio di Sauvignon e la Elena ha già tante tante parole. Poi mangiamo dei dei fantastici gamberi.
A letto presto (che non facciamo tardi eh!). Domani la sveglia è alle 3 perchè abbiamo l'aereo per Cairns.
Praticamente ci dobbiamo svegliare quando i butei di Darwin sono in piena serata.

CONSIGLI DI MANUELE:
- il centro informazioni del Kakadu è da visitare sia prima (per veder cosa fare) che dopo (per scoprire le cose che non si hanno capito)
- occhio alle maree in spiaggia perchè sono inaspettate
- occhio ai segnali nelle spiagge perchè se c'è scritto che ci sono delle terribili Jellyfish mortali evitate di fare il bagno

sabato 8 agosto 2009

Il 21° giorno: KAKADU NATIONAL PARK

07 agosto 2009
Dall'alba:


Ubirr:
Al tramonto:



NOTE DI ELENA: Dall'alba a tramonto.

Cominciamo col descrivere quella che per me è stata una notte da incubo. Animali strani si aggirano intorno al nostro bungalow-tenda. Li sentiamo muoversi, l'erba fruscia, i rami si spostano. Ma questo è niente, siamo protetti dalla nostra lamiera traforata. Il fatto sono i dingo. Almeno, non credo che cani domestici si mettano in gruppo ad abbaiare e ululare. La notte passa, scandita dalla radiosveglia luminosa sul comodino del Manu, e io incessantemente mi sveglio ad ogni ora. Ringrazio per la levataccia delle 5.10. Partiamo, guido io, con gli occhi che scrutano l'oscurità a 360°, e il terrore di vedermi balzare davanti alla nostra Getz un qualche animale. Intravedo un mammifero saltellare nella foresta, dall'altezza sicuramente un canguro. Manca pochissimo al punto di ritrovo, circa due chilometri, quando, MAREMMA MAIALA, no che quello credo essere uno scoiattolo volante, mi attraversa?!?! Inchiodone, lo prendo giusto in mezzo alle ruote. Inversione a U, con un'Elenina visibilmente sconvolta, lo ritroviamo che zompetta quasi come niente fosse nella foresta. Sospiro di sollievo, eccoci pronti per la Yellow River Cruise. Una chiatta che per due ore ci porterà alla scoperta dello South Alligator River. Vi ho già parlato di quanto cazzo sia bello fare birdwatching qui in Australia?!?! Una cosa incredibile. Ci attende un'alba splendida, che colora di lilla il cielo della luna. La nostra traversata ci fa scoprire una serie di coccodrilli, alcuni con spettacolino connesso (un tuffo, uno che giochicchiava con un pesce gatto morto), un branco di cavalli selvatici (un maschio, cinque femmine e due puledri) e una miriade di uccelli, meravigliosi. Una menzione particolare a quello che mi pare ricordare essere il Little Jesus Bird, un piccino che cammina sull'acqua, e la Sea Eagle, a delle particolari anatre che stanno insieme tutta la vita (uccidine una e avrai sulla coscienza anche la compagna: entro un paio di mesi si lasciano morire di dolore), nonchè una serie di uccellini con colori splendidi. Colazione compresa al resort vicino, burp!

Ci fermiamo anche al Warradjan Cultural Center, una specie di museo che spiega una piccola parte di un mondo che probabilmente non conosceremo mai. Quello degli aborigeni. Giriamo ammirati per il percorso, e io mi sento in colpa per tutto quello che abbiamo combinato anche qui, come "razza prescelta", e spesso in nome di Dio. Che schifo.

Tornando facciamo una passeggiatina al Mirral Lookout, bella visuale, sempre però con le mosche che ti attaccano su tutti i fronti (retina anti-midges: i migliori 6 euro spesi in Scozia!!).

Torniamo al nostro bush-bungalow, che la giornata è lunga e la levataccia si fa sentire. Le zanzare ci mangiano e il riposino è da pocia di sudore sul cuscino. Sig!

Ripartiamo per le tre, la destinazione è Ubirr.

Arrivati, scopriamo subito i siti archeologici della zona sono spettacolari, e alcuni vecchi di 20mila anni. 20MILA ANNI. Cioè ma avete presente? E' come immaginarsi 10milioni di euro. Impossibile per noi. Comunque, in questo spettacolare luogo ci sono anche i simpatici ranger che ti spiegano un po' come funziona la faccenda. Ora della fine ascoltiamo due sit-in, uno che spiega un po' la storia del serpente arcobaleno, il creatore del mondo, e uno dove ci spiega un po' quanti miliardi di anni hanno le rocce dove posiamo i nostri culetti (cose che la vita intesa come la intendiamo noi non era ancora nell'anticamera del cervello di Dio), e poi, figata. Ci spiegano anche questi fuochi che vediamo ovunque, e che inizialmente ci avevano alquanto inquietato. Cold fire. Da quello che capiamo è una questione sia naturale che tradizionale. Accendere vari fuochi, sotto controllo, per far si che gli animali escano dalle tane, e quindi procacciarsi cibo, sia per dare nuova linfa alla terra. Il fuoco che da vita. Un concetto interessantissimo e profondo. Scopriamo, anzi, diciamo che abbiamo la conferma, che qui non ci sono eucalipti, e quindi koala, e che è una pianta che brucia tantissimo. Anche per questo quindi riescono a gestire questi fuochi. Visto che ci siamo e che ormai è quasi l'ora, ci fermiamo ad ammirare il tramonto dal lookout di Ubirr. Dall'alba al tramonto, appunto.

Ci incamminiamo verso "casa", come le decine di turisti assieme a noi. La strada comincia a scurirsi. Sempre attentissimi alla guida, no che mi esce un altro simil-ratto da bordo strada?!?!?! Questa volta lo centro in pieno, e il rumore di ossa spezzate.. Dio, che rumore. Ora sono qui che cerco ancora di capire cosa fare per non portarmi a casa una maledizione aborigena, che non si sa mai.

Cena al Gagudju Crocodile Holiday Inn (se passate di qui, consiglio il ristorante di ieri), e in tenda. Nell'attesa dell'oscurità, mi sono preparata tappi per le orecchie e mascherina. Dingo, a noi!


il 20° giorno: DARWIN - KAKADU NATIONAL PARK

06 agosto 2009
Kakadu NP:





NOTE DI MANUELE: Ci si sveglia con tutta calma stamattina, è il 6 agosto ed è il nostro secondo mese di matrimonio! Auguri a noi! Un caffè tranquillo, un po' di shopping in centro e poi andiamo a prendere la macchina che ci accompagnerà nel nostro viaggio all'interno del Kakadu National Park. All'Europcar ci danno una piccola Hyunday Getz Rossissima (si, si scrive così), per fortuna ancora a cambio automatico, come potrò riabituarmi a quello manuale dopo tutta questa comodità?

Partiamo. Scopriamo che il Kakadu non è attaccato a Darwin. Servono più di 140 km di stradone lunghissimo. A lato della strada moltissime "termitiland" più grandi di noi.

Entriamo al Kakadu, Parco Nazionale, patrimonio dell'Unesco etc etc.. Siamo nella stagione secca, per cui la vegetazione non è verdeggiante come mi aspettavo. Accanto a palme altissime ci sono molte piante basse su un brullo terreno arancione. Il tutto è molto piatto, senza colline o alture. Nella stagione umida si dice che l'acqua arrivi fino ad altezza piante e le strade siano inaccessibili perchè inondate fino ad un metro e mezzo.

Cerchiamo di capire un po' come funziona il parco e intanto facciamo una breve passeggiata (Mamukala) ma il sole a picco, il caldo e la completa assenza di animali a parte delle anatre non ci soddisfa.

Andiamo avanti un centinaio di km (qua le distanze sono sempre esagerate) e arriviamo a Jabiru. Questo è l'unico posto nel raggio di centinaio di km che si può definire paese. Il nostro bungalow è lì. Vicino a Jabiru c'è un parco con un laghetto molto carino con un sacco di aironi, ibis e cacatua. Un breve riposino e ripartiamo per vedere il tramonto.

In macchina raggiungiamo il percorso Nourlangie e vediamo le prime incisioni rupestri degli aborigeni.

La luce è fantastica, siamo persi nel nulla ma tutto ti da senso di libertà.

Il ritorno al Lakeview è un po' complicato. E' infatti abbastanza sconsigliato viaggiare di sera perchè qui gli animali ti saltano fuori e scelgono il suicidio sotto le ruote della TUA macchina. A lato della strada abbiamo visto canguri, wallaby, altre bestie o arti delle stesse irriconoscibili. Se hai una Jeep con il paravacca vai tranquillo ma se hai una Getz il problema devi portelo. Per fortuna non succede nulla.

Jabiru ha 3 ristoranti (parolana grossa per qui) e andiamo a mangiare all'Aurora Logde dove ci ingozziamo di Barramundi. E questa volta il voto sale notevolmente rispetto a quello mangiato ad Uluru. Beh, nella giungla dopo una birretta non c'è molto da fare eh.... bungalow!!