venerdì 24 luglio 2009

Il 6° giorno, 2^ parte - Sydney: Gutter Twins live




LE NOTE DI ELENA: Sydney è una città fantastica. Una metropoli multietnica e, per quel poco che abbiamo visto, completamente a misura d’uomo. Fortunatamente è stata la prima città visitata, e non l’ultima, perché lasciare l’Australia in contemporanea con Sydney dev’essere un’esperienza estremamente malinconica. Ora siamo in volo verso Christchurch, che, a dispetto del nome, si preannuncia una città piena di rock and medaaaal.

Ah sì, prima che mi dimentichi: se dovete prendere un biglietto del treno per Macarthur, ricordatevi di pronunciarlo correttamente, ovvero “Maccardaa”.

Un accenno veloce ai massaggi delle signorine cinesi: AWWWWWWWW. Per 20 dolla collo e spalle, per 40 riflessologia plantare. E ci danno dentro come matte, hanno una potenza nelle dita micidiale.

Ma ora passiamo alle cose serie. Mark Lanegan. E Greg Dulli, ovvio. Come al solito, ci avviamo dalla fermata del treno a piedi, che non spendiamo 4 dolla per l’autobus eh. Quindi scarpiniamo per un buon venti minuti nella parte di Sydney appena fuori dalle nostre cartine del centro. Fortuna che qui gli uomini non sono come un Italia: noi abbiamo paura a chiedere informazioni, loro invece ti fermano per chiederti se ne hai bisogno. Grandi. Comunque questa parte della città è residenziale, con l’università e qualche ufficio. Spariscono completamente i negozi e i pub, solo vicino all’università c’è un po’ (pochissima) vita. D’altra parte con 3 fermate di treno sei in centro. Comunque, ci fermiamo a mangiare in un Beer Garden. E continuiamo la nostra scoperta della cucina Australiana: beef burger diddio. Mmmmmmmmm. Una cosa sublime. E gigante. Conosco un po’ di persone che andrebbero matte per questa carne da fare ai ferri! Devo dire che comunque siamo stati bravissimi in queste ferie, per ora (birra a parte, ma nella birra c’è la vitamina B quindi fa bene): una sola cocacola in due e patatine fritte solo due volte.

Ma mi sto perdendo via. Torniamo al concerto. Entriamo in quella che pare essere la parte dell’università dedicata alle belle arti. Ci sono in pratica una serie di teatri in quest’edificio modernissimo. Quello che interessa a noi è lo York Theatre. Attendiamo su dei divanetti/materassi di pelle, mentre gli aussie fanno fuori il merchandise dei Gutter Twins. Bene o male spendono circa 50 dolla a testa, tra maglietta e poster autografato. Ora della fine non rimane niente. Devo dire che però qui una maglietta costa 25 dolla, circa 15 euro, mentre in Italia costerebbe minimo 25 euro, maledetti.

Il concerto è intimo, i posti a sedere numerati, le luci soffuse, e solo Mark, Greg e un chitarrista bravissimo di cui scoprirò il nome, per la vostra gioia. Il concerto dura circa 1 ora e mezza, Mark addirittura bisbiglia con Greg e sorride.. O_O

Il pubblico è attento e attivo, me l’aspettavo più freddo.

Al ritorno prendiamo l’autobus e poi il trenino. Anche oggi, verso sera, si sono presentati i nuvoloni carichi di pioggia. Ma incredibilmente siamo riusciti a non bagnarci mai. Più culo che giudizio.

Addio Sydney, ci mancherai.



ALTAMONT HOTEL: Una piccola recensione di questo hotel, di cui altro non si può dire se non “Just like Home”. Proprio così. Un piccolo hotel su un unico piano, che rispecchia un po’ Sydney, con il suo stile industrial/etcnico/classico.

Pavimento grezzo, mobili in legno, letto comodissimo, pareti del bagno nere (chissà che macchie di muffa coprono.. gh!). Personale gentilissimo e amichevole, un paio di cagnoni che ci ricordavano Medea (ti ho sognato stanotte!) e Otto, wi-fi, tv, etc etc.

Dieci e lode, soldi spesi benissimo.

3 commenti:

wonderchiari ha detto...

Voglio un maori. Lo voglio alto bello e che fa la canzoncina della guerra solo per me.

olivieri54 ha detto...

sono triste anch'io per il fatto che abbiate lasciato Sydney. Secondo me, dopo Roma, la più bella città al mondo!
A casa abbimo la webcam. Facci sapere via blog quando ci chiamerai. ciao

Elena e Manuele ha detto...

qui non abbiamo internet gratis, quindi ti farò sapere più avanti...
chiari, i maori fanno per lo più cacare eh...