sabato 25 luglio 2009

il 7° giorno: Christchurch

24 luglio 2009
Dal Southern Blues Bar:


Fish 'n Chips Shop:



Il centro di Chistchurch:

GIORNO 7: Christchurch

NOTE DI MANUELE E ELENA: Christchurch. Se questo è un benvenuti in Nuova Zelanda, è un benvenuti in paradiso. Siamo davanti a due birre artigianali prodotte dal nostro ospite al Pomeroy’s Old Brewery Inn. Due birre scure, che la Rosy amerebbe per il retrogusto di caffè d’orzo! I kiwi sono.. come dire.. se gli australiani sono gentili, loro sono quasi servili.

Partiti prestissimo con il volo Jet Star, ci attende il rigido inverno Neozelandese. Non sappiamo che vento sia, ma la nostra bora rende l’idea. Durante la nostra giornaliera scarpinata dalla fermata del bus al B&B, Christchurch ci si presenta come una distesa immensa di casette ad un piano, due al massimo. Strade larghissime, quasi tutte a senso unico (ma a ¾ corsie). Nel cielo ci sono dei nuvoloni, ma la pioggia ancora ci risparmia. Tempo e strutture architettoniche sono molto nord europee.

Inizia la nostra avventura on the road. E inizia con la prima svista della super organizzata moglie che prenota la macchina per il mese successivo. Eh sì. Ma come dicevamo, la gentilezza kiwi sembra non avere limiti. Quindi il signore (soprannominato Yeah Man) del noleggio, dopo chiamata da parte del nostro locatario/birraio di fiducia, ci viene a prendere (per fortuna, vista l’estensione della città) di fronte al pub/B&B. Ok, siamo in viaggio di nozze, ma l’occhio al portafoglio cade sempre, quindi abbiamo scelto una compagnia economica che noleggia anche macchine datate. E qui non si scherza: ecco la nostra Toyota Corolla del ’95, bianca, con più di 326mila km sul groppone e cambio automatico, mangiacassette old style (e noi sapete dove ce lo mettiamo il cavetto per l’Ipod?!?). Comunque dopo nostra richiesta per segnalare le ammaccature sul noleggio, il gentilissimo car renter ci dice che non c’è problema. Segno più segno meno… Dopo aver sostituito al volo la batteria scarica, a mani nude, da vero uomo, con l’acido colante, ecco il gioiellino pronto. Per quanto riguarda l’assicurazione, siamo rimasti a quella intermedia. Probabilmente la franchigia copre l’intero costo della vettura. E, come nelle migliori sitcom, sicuramente spenderemo di più di benzina che non fa di noleggio. Oh, l’avventura!

PS: il Manu a ¾ di birra l’è ‘mbriago. Prevedo una serata interessante!

PPS: Anna, devi ringraziare tua mamma per la Moleskine.. ci stiamo incollando tutti i souvenier di questa luna di miele!

PPPS: Cate, mi sa che non mi ci metto neanche con la lettura de Le Due Torri.. Il tempo è quello che è.. L


LE NOTE DI MANUELE: Ora ecco Manuele che scrive da uno squallidissimo motel/ostello a Kaikoura, qui servirebbe il luminol… ma lasciamo stare su come siamo finiti qui e finiamo di raccontare di Christchurch..

Dopo la birra al pub ci incamminiamo verso il centro di Christchurch che si rivela una città tutta spiaccicata con al centro una bellissima cattedrale… Un po’ di shopping neozelandese tra gadget degli All Blacks e indumenti di lana e poi.. l’aperitivo.

Eccolo li, fresco, profumatissimo, buonissimo.. è lo Chardonnay della zona di Marlborough e vi giuro che dopo due ero già cotto. Te ne servono una quantità industriale, il nostro bicchiere del BlackOut però fino all’orlo ed è veramente un gran vino. Abbiamo dovuto pocciare con dei Tacos Messicani (si l’abbinata lascia un po’ a desiderare) per riuscire ad andarcene in piedi dall’Honey Pot Cafè.

Poi la cena al mitico (o almeno così dice la Lonely) Fish&Chip Shop, ristorantino stile anni 50 in centro a Christchurch.. e ovviamente abbiamo mangiato la specialità della casa ancora innaffiata con dell’ottimo Chardonnay. Elena contentissima dei video di Elvis e Beatles proiettati sul megaschermo attaccato al palazzo di fronte.

Qui avevamo una scelta, rientrare alla nostra birreria o cercare un po’ di musica live.. e alla fine siamo finiti al Southern Blues, un locale diciamo un po’ strano. All’entrata un maori gigante buttafuori che ci invita a rilassarci e ad entrare. Poi nel locale noi, il musicista blues solo sul palco che suonava grandi successi (bravissimo chitarrista comunque), i baristi, una donna piena come una carogna che ballava sola davanti al palco con la sua birra che ogni tanto ululava, una strana coppia formata da una donna-pera e da un cinese uscito da chissà quale film di Bruce Lee. Grande esperienza di vita sisisi.

Ritorno al nostro B&B, ritorno in paradiso.

COMMENTI AL POMEROY’S ON KILMORE: Bellissimo, caldo (più per l’accoglienza che per la temperatura). Arredato con dei pezzi d’antiquariato, che a giudicare dai negozi in giro per la città sembra andare alla grande, con qualche chicca un po’.. come dire… azzardata. Ho fatto fare la pipì a Bella, il bulldog dei proprietari.

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