sabato 1 agosto 2009

Il 14° giorno – Melbourne / Port Campbell

Gibson step:


I 12 apostoli:



Port Campbell:

Lake Colac:

I nostri eroi:

Colac:

NOTE DI MANUELE: oggi si lascia la città, oggi ce ne andiamo dalla modernità degli ultimi giorni per tornare nel selvaggio. Dopo un piccolo giretto ai giardini botanici di Melbourne prendiamo la macchina a noleggio  e usciamo dalla grossa metropoli per fiondarci in quella che è la vera Australia.

Melbourne mi è sembrata, al contrario di Sydney, una città non a portata d'uomo. Sarà forse che dopo 6 giorni di Nuova Zelanda vedi le cose con occhi diversi ma avevo quasi una specie di fobia nel girare tra questi palazzi altissimi.

La piccola Suzuki che ci danno al noleggio è appena sufficiente per due persone con i loro bagagli ma noi va benissimo.

Ci sei mette più di un'ora per uscire dai sobborghi di Melbourne. Solo dopo Geelong cominciamo a vedere l'orizzonte che ti schiaccia, queste nuvole immense che ti fanno sentire piccolo. il paesaggio è semplice, alberelli di eucalipto, pascoli e prati verdi e tanto, tanto cielo. Così tanto che lo senti pesante.

Le strade sono lunghe e drittissime. Per ora di pranzo arriviamo a Colac, un paese di per se inutile ma con un lago vicino. Ci fermiamo in un parco per riposare un attimo, mangiare la zuppetta pronta che ci ha dato la mamma di Delyse e per osservare gli stranissimi uccelli che ci sono qui. (cigni neri e purple smamp hen).

Ripartiamo in direzione di Port Campbell dove dovrà iniziare la nostra Great Ocean Road. Arriviamo a destinazione abbastanza presto e decidiamo quindi, dopo una breve fermata ad osservare dei gabbiani senza una zampa nel porto della cittadina, di affrontare subito i famosi 12 apostoli.

Il parco Naturalistico è vicinissimo. Parcheggiata la macchina ci sono dei sentieri da dove si possono ammirare queste scogliere giallo/arancio/rosse, e queste onde cosìv iolente, che tante barche hanno fatto affondare e che tanti fantasmi fanno ancora danzare tra le rocce e il bagnasciuga (scusate ma mi sento poetico).

I 12 Apostoli sono delle formazioni rocciose vicine alle scogliere. Sono erose dal vento da sempre e sono veramente spettacolari. Riusciamo anche ad andare giù alla spiaggia e a bagnarci i piedi in questo mare freddo.

Avanti verso Apollo Bay c'è un cartello con scritto "Gibson Step", sono degli scalini che portano verso una spiaggia. Io e Elena possiamo quindi ammiarare gli Apostoli da soli, senza le orde di cino-giapponesi presenti ovunque.

Arriviamo a Princetown pensando di dormire li ma il paese si presenta con: un Motel, un Campeggio (chiuso) e un bar ristorante. E basta. Tutto questo è troppo isolato anche per noi. Torniamo a Port Campbell e troviamo alloggio al Port O Call, un motel con delle belle stanzette pulite (a parte il bollitore con la muffa che si stacca).

Cena al Waves, unico ristorante del paese, dove però abbiamo mangiato degli ottimi piatti di carne e e pesce innaffiati da buonissimo vino.  E' venerdì sera e i ragazzi del paese sono tutti all'unico bar presente. Così vediamo un po' come si muove la gioventù di questo porto sperduto e ci beviamo una birra. Alla fine è come essere da Erman o a Salionze. Solo che qui non conosciamo nessuno e quindi a nanna (che non facciamo tardi eh!).

2 commenti:

wonderchiari ha detto...

Riesco a fraccarmi al mac solo ora! Fine sett movimentato! XD

kate ha detto...

il mare...il mare....l'acqua grande...il mare....i sassi alti....il mare...le onde...il mare...